sabato 14 aprile 2012


IL RINOFILLER


In poco tempo si è conquistata l’appellativo di “alternativa dolce”. Più gettonata della rinoplastica, in pratica, il rinofiller corregge l’estetica del naso senza interventi chirurgici attraverso fillers che riempiono le aree irregolari, alzano la radice del naso o sollevano appena la punta.
I prodotti riassorbibili, come l’acido jaluronico, sono fondamentalmente innocui e danno un buon risultato, seppur di durata limitata.
I filler semi-permanenti e permanenti,che vengono talora percepiti come corpi estranei, causano gonfiore, ulcere, infezioni e cicatrici.
In questi casi, il corpo può non riuscire a metabolizzare le sostanze utilizzate, Danni estetici e psicologici enormi, che possono danneggiare in modo permanente l’estetica del viso, rendendo spesso difficile un nuovo intervento chirurgico.

L’allarme è stato lanciato in occasione del convegno europeo nel settore della rinosettoplasticaaperta, il ‘Bergamo Open Rhinoplasty Course’, presso il Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo.
L’iniezione dei filler può avvenire in tre punti: alla radice del naso, per far scomparire la “gobba”, alla punta, per un naso all’insù, oppure sul dorso, nel caso del cosiddetto“naso a sella”, che presenta schiacciamenti o vuoti da riempire, anche lasciati da un precedente intervento di rinoplastica chirurgica riuscito male.
Per migliorare ulteriormente il risultato si inietta anche botulino alla base del naso, per paralizzare temporaneamente il piccolo muscolo che fa abbassare la punta.
Nel caso dei filler riassorbili l’effetto scompare di solito entro un anno, mentre con quelli permanenti il risultato è definitivo,ma con gravi rischi per la salute del paziente.

“In entrambi i casi il rinofiller corregge esclusivamente un problema estetico e mai uno funzionale, per cui l’intervento chirurgico rappresenta l’unica soluzione” per i problemi funzionali.
Le sostanze utilizzate, come il silicone liquido e i metacrilati, a volte di provenienza dubbia o nate per indicazioni differenti, possono dare luogo a granulomi da corpo estraneo che si manifestano con rigonfiamenti anomali delle zone trattate, nodosità e ulcerazioni, fenomeni che possono durare mesi o anni, deturpando in modo significativo il viso. L’unica soluzione in questi casi è la pulizia chirurgica per rimuovere ogni traccia del corpo estraneo, con inevitabili cicatrici. E a volte anche la chirurgia secondaria è impossibile, rendendo permanenti danni generati nel tentativo di migliorare il proprio aspetto fisico senza le necessarie cautele”.
L’appello lanciato dai professionisti riuniti a Bergamo è stato unanime: mettere al bando i filler permanenti, istituire un serio sistema di controllo su tutte le sostanze che vengono iniettate a scopo estetico e informare correttamente la popolazione dei rischi che si corrono quando si opta per queste procedure, tutt’altro che prive di effetti collaterali. 

Quindi il consiglio è di rivolgersi sempre a professionisti competenti e preparati, che sapranno indicare la soluzione migliore per ogni singolo caso, in totale sicurezza.

Dott. Pietro Martinelli

Medico Chirurgo
Perfezionato in Agopuntura
Medicina Estetica Preventiva Antiageing

www.martinellimedicinaestetica.it 

IL BOTULINO PER LA CEFALEA ED EMICRANIA


La cefalea è un problema che affligge moltissime persone. Si verifica senza preavviso e con frequenza variabile provocando periodi di sofferenza in cui non è possibile svolgere le normali attività quotidiane. In alcuni casi il trattamento con tossina botulinica può dare sollievo e migliorare il quadro clinico. Si è visto infatti che nei casi di cefalee con componente muscolo tensiva si riesce ad ottenere un miglioramento del quadro clinico e della frequenza degli episodi.
Il trattamento con tosina botulinica é indicato per chi è afflitto da cefalea o emicrania croniche anche resistenti a farmaci. Può migliorare il quadro clinico riducendo la frequenza degli episodi e/o l'ntensità. Esistono studi scientifici che evidenziano la bontà del trattamento.
 Uno in particolre ha esaminato gli effetti della tossina botulinica di tipo A in assenza di abuso di farmaci nei pazienti con emicrania cronica.
86 pazienti: 60 pazienti sono stati randomizzati, e 41 sono stati trattati con il farmaco dello studio oppure con il placebo. La tossina botulinica di tipo A è stata somministrata in una dose fissa alla dose di 100 unità. Cinque pazienti non hanno completato lo studio, che è terminato 4 mesi dopo la somministrazione del farmaco. La tossina botulinica di tipo A si è rivelata superiore al placebo riguardo alla riduzione degli episodi di emicrania. Sei pazienti nel gruppo tossina botulinica, contro 3 pazienti del gruppo placebo, hanno avuto una riduzione del 50% negli episodi cefalgici. Il trattamento attivo è risultato superiore al placebo riguardo ai giorni totali di cefalea, l’indice di cefalea e la qualità della vita. Gli eventi avversi sono risultati rari e simili nei due gruppi. In conclusione, l’uso della tossina botulinica di tipo A potrebbe rappresentare un trattamento efficace per l’emicrania cronica, quando il paziente non presenta un contemporaneo abuso di farmaci. (Xagena_2007) Freitag FG et al, Headache 2008; 48: 201-209.
Il botox è un farmaco utilizzato da molti anni, ed a dosi molto più elevate rispetto a quelle utilizzate per i trattamenti di medicina estetica, nei reparti di neurologia ed oculistica per trattare le paralisi spastiche, le distonie miotoniche, gli spasmi muscolari, l'acalasia, lo strabismo ed il blefarospasmo in adulti e bambini. Si utilizza anche per il trattamento dell'iperidrosi palmare o plantare ed in alcuni casi anche per il bruxismo . E' un farmaco che gode di un'ampia letteratura e di cui si conoscono gli effetti. Terminato l'effetto del farmaco tutto torna come prima. 
I trattamenti ripetuti nel tempo non provocano abitudine o dipendenza. Il farmaco viene iniettato direttamente nel suo punto d'azione. La diffusione è insignificante e comunque solo locale, agisce nella zona interessata e non su altre parti del volto o del corpo. E' incapace di superare la barriera emato-encefalica, quindi non ha diffusione sul sistema nervoso centrale. Le allergie al farmaco sono rare e non sono maggior rispetto a qualunque altra sostanza. Cioè non vi sono maggiori probabilità di essere allergici al botox più che ad altri farmaci o sostanze in genere. In alcuni preparati è presente come eccipiente l'albumina, quindi in quel caso e con quel prodotto specifico bisogna considerare questa possibililità: ipersensibilità accertata al prodotto o all'albumina.
Il trattamento inizia con uno studio delle aree interessate al fine di calibrare al meglio la terapia in funzione delle esigenze e delle necessità del paziente. Nella zona interessata si identificano le aree maggiormente colpite. Viene applicata una crema anestetica al fine di desensibilizzare le aree da trattare. Mediante una piccola siringa si iniettano alcune gocce di prodotto in corrispondenza delle aree identificate come responsabili. Il trattamento si esegue in ambulatorio. Può comparire un lieve rossore nelle zone trattate e può esserci qualche piccolo ponfettino; entrambi spariscono entro poche ore dal trattamento. Minuscole ecchimosi possono presentarsi nel punto di inoculo, si risolvono comunque spontaneamente al massimo nel giro di una settimana.
La Tossina Botulinica agisce entro 2/4 giorni e mantiene il risultato ottenuto per circa 6/8 mesi a seconda delle aree trattate. E' stato visto inoltre che i pazienti che si sottopongono in maniera ripetuta o regolarmente al trattamento beneficiano di una durata maggiore.

Dott. Pietro Martinelli
Medico Chirurgo
Perfezionato in Agopuntura Medicina Estetica preventiva Antiageing
www.martinellimedicinaestetica.it



LA STORIA

Medicina: su sedia a rotelle per 20 anni, grazie al botox torna a camminare

Il caso di Russell McPhee, colpito da ictus a 26 anni. «Ma in Italia il trattamento si usa da tempo»


ROMA - Un uomo è tornato a muovere alcuni passi grazie al botox, dopo esser stato per più di 20 anni inchiodato a una sedia a rotelle. È la storia di Russell McPhee, un uomo di Gippsland, in Australia, colpito da un ictus a soli 26 anni. Oggi McPhee ne ha 49, e riesce a camminare per 20 metri sulle sue gambe, e a raggiungere i 100 con l'aiuto di un deambulatore. «Sentivo che la mia vita era finita - racconta sulle pagine del quotidiano Times - in questi anni ho perso il mio lavoro, mia moglie mi ha lasciato, ed io ero certo che la mia vita si sarebbe conclusa su quella sedia a rotelle».
TOSSINA BOTULINCA - Per tornare a camminare, Russell si è sottoposto a delle iniezioni di tossina botulinica al St John of God Nepean Rehabilitation Hospital di Frankston. Dopo un solo mese dalla prima iniezione è riuscito a rimanere in piedi e a percorrere qualche metro con sostegni laterali. Oggi può percorrere la lunghezza di un'intera stanza. Il botox, oltre che a scopi estetici, viene utilizzato anche per alcuni tipi di paralisi associate all'ictus. Inoltre, ben prima di diventare uno spiana-rughe, era già noto come rimedio contro gli spasmi muscolari. Ma i risultati ottenuti da McPhee, a detta dei medici, sono sorprendenti, anche perchè arrivano a distanza di molti anni dall'ictus che lo aveva colpito. «La mia vita oggi è ricominciata daccapo ed è piena di speranza - afferma l'uomo - Spero di poter un giorno giocare a basket con mio figlio e di poter ballare con la mia nuova compagna». Nathan Johns, il medico che segue McPhee, sostiene che il botox da solo non avrebbe mai funzionato senza la straordinaria forza di volontà di Russell. «Di solito la tossina botulinica riduce la rigidità muscolare - spiega - ma indebolisce anche il muscolo, ostacolando la possibilità che il paziente possa ritrovare maggiore mobilità. Ma McPhee, nonostante gli anni trascorsi sulla sedia a rotelle, era dotato di un'insolita potenza muscolare». Merito anche dei tentativi, disperati, di sollevarsi da quella sedia, ripetuti centinaia di volte nel corso di quei lunghi anni. «Spesso rimanevo a terra per ore - racconta l'uomo - prima che qualcuno si accorgesse che avevo tentato nuovamente l'impresa». Ma questi sforzi hanno generato una forza nei suoi muscoli su cui medici e fisioterapisti hanno potuto lavorare. «Abbiamo iniettato la tossina botulinica direttamente nei suoi muscoli 18 mesi fa - spiega Johns - Dopo 10 giorni i muscoli hanno iniziato a rilassarsi e dopo 12 settimane, con il sostegno di un duro corso di fisioterapia intensiva, abbiamo visto un netto miglioramento», testimoniano. «La prima volta che sono tornato a camminare è stata sorprendente - racconta Russell - Mio figlio aveva solo pochi mesi quando io fui colpito dall'ictus, e in questi anni avrei sempre voluto mostrargli come il suo papà fosse in grado di camminare, esattamente come tutti gli altri padri. Ora ce l'ho fatta».
«IN ITALIA SI FA DA TEMPO» - «In realtà non si tratta di una novità» spiega il professor Giancarlo Comi, direttore del dipartimento di neurologia dell'osepdale San Raffaele, di Milano. «Da più di 20 anni usiamo la tossina botulinica per tratttare la spasticità dei muscoli in casi come questo». «Ciò che deve essere chiaro è che non si tratta di una cura per l'ictus: il botox non serve a rimettere in attività neuroni che non funzionano più a causa della lesione cerebrale» sottolinea l'esperto. «La sua funzione è quella di "sbloccare" muscoli contratti».
Perchè possano essere compiuti movimenti normali è infatti necessario che vengano attivati alternativamente muscoli agonisti e antagonisti. Se per una lesione cerebrale accade che il cervello faccia attivare contemporaneamente entrambi i gruppi muscolari il risultato sarà una spasticità nel distretto interessato. «Il botulino in questi casi serve a sbloccare uno dei due gruppi muscolari in modo da "sciogliere" la spasticità periferica» spiega il professor Comi. «Per questo viene iniettata nei muscoli ipercontratti che impediscono il movimento. L'effetto dura circa due mesi e il trattamento è molto diffuso nei nostri reparti di riabilitazione. Non serve a guarire dalle conseguenze dell'ictus ma aiuta a migliorare alcuni movimenti».