sabato 14 aprile 2012


LA STORIA

Medicina: su sedia a rotelle per 20 anni, grazie al botox torna a camminare

Il caso di Russell McPhee, colpito da ictus a 26 anni. «Ma in Italia il trattamento si usa da tempo»


ROMA - Un uomo è tornato a muovere alcuni passi grazie al botox, dopo esser stato per più di 20 anni inchiodato a una sedia a rotelle. È la storia di Russell McPhee, un uomo di Gippsland, in Australia, colpito da un ictus a soli 26 anni. Oggi McPhee ne ha 49, e riesce a camminare per 20 metri sulle sue gambe, e a raggiungere i 100 con l'aiuto di un deambulatore. «Sentivo che la mia vita era finita - racconta sulle pagine del quotidiano Times - in questi anni ho perso il mio lavoro, mia moglie mi ha lasciato, ed io ero certo che la mia vita si sarebbe conclusa su quella sedia a rotelle».
TOSSINA BOTULINCA - Per tornare a camminare, Russell si è sottoposto a delle iniezioni di tossina botulinica al St John of God Nepean Rehabilitation Hospital di Frankston. Dopo un solo mese dalla prima iniezione è riuscito a rimanere in piedi e a percorrere qualche metro con sostegni laterali. Oggi può percorrere la lunghezza di un'intera stanza. Il botox, oltre che a scopi estetici, viene utilizzato anche per alcuni tipi di paralisi associate all'ictus. Inoltre, ben prima di diventare uno spiana-rughe, era già noto come rimedio contro gli spasmi muscolari. Ma i risultati ottenuti da McPhee, a detta dei medici, sono sorprendenti, anche perchè arrivano a distanza di molti anni dall'ictus che lo aveva colpito. «La mia vita oggi è ricominciata daccapo ed è piena di speranza - afferma l'uomo - Spero di poter un giorno giocare a basket con mio figlio e di poter ballare con la mia nuova compagna». Nathan Johns, il medico che segue McPhee, sostiene che il botox da solo non avrebbe mai funzionato senza la straordinaria forza di volontà di Russell. «Di solito la tossina botulinica riduce la rigidità muscolare - spiega - ma indebolisce anche il muscolo, ostacolando la possibilità che il paziente possa ritrovare maggiore mobilità. Ma McPhee, nonostante gli anni trascorsi sulla sedia a rotelle, era dotato di un'insolita potenza muscolare». Merito anche dei tentativi, disperati, di sollevarsi da quella sedia, ripetuti centinaia di volte nel corso di quei lunghi anni. «Spesso rimanevo a terra per ore - racconta l'uomo - prima che qualcuno si accorgesse che avevo tentato nuovamente l'impresa». Ma questi sforzi hanno generato una forza nei suoi muscoli su cui medici e fisioterapisti hanno potuto lavorare. «Abbiamo iniettato la tossina botulinica direttamente nei suoi muscoli 18 mesi fa - spiega Johns - Dopo 10 giorni i muscoli hanno iniziato a rilassarsi e dopo 12 settimane, con il sostegno di un duro corso di fisioterapia intensiva, abbiamo visto un netto miglioramento», testimoniano. «La prima volta che sono tornato a camminare è stata sorprendente - racconta Russell - Mio figlio aveva solo pochi mesi quando io fui colpito dall'ictus, e in questi anni avrei sempre voluto mostrargli come il suo papà fosse in grado di camminare, esattamente come tutti gli altri padri. Ora ce l'ho fatta».
«IN ITALIA SI FA DA TEMPO» - «In realtà non si tratta di una novità» spiega il professor Giancarlo Comi, direttore del dipartimento di neurologia dell'osepdale San Raffaele, di Milano. «Da più di 20 anni usiamo la tossina botulinica per tratttare la spasticità dei muscoli in casi come questo». «Ciò che deve essere chiaro è che non si tratta di una cura per l'ictus: il botox non serve a rimettere in attività neuroni che non funzionano più a causa della lesione cerebrale» sottolinea l'esperto. «La sua funzione è quella di "sbloccare" muscoli contratti».
Perchè possano essere compiuti movimenti normali è infatti necessario che vengano attivati alternativamente muscoli agonisti e antagonisti. Se per una lesione cerebrale accade che il cervello faccia attivare contemporaneamente entrambi i gruppi muscolari il risultato sarà una spasticità nel distretto interessato. «Il botulino in questi casi serve a sbloccare uno dei due gruppi muscolari in modo da "sciogliere" la spasticità periferica» spiega il professor Comi. «Per questo viene iniettata nei muscoli ipercontratti che impediscono il movimento. L'effetto dura circa due mesi e il trattamento è molto diffuso nei nostri reparti di riabilitazione. Non serve a guarire dalle conseguenze dell'ictus ma aiuta a migliorare alcuni movimenti».

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